LA VERA STORIA DELLA MATTONATA,
di Carla Gambacorta

L'attuale via Patrono d'Italia - che negli Statuti comunali di Assisi del 1469 è detta "qua itur a civitate ad Sanctam Mariam Angelorum", da noi maggiormente nota come il rettilineo - è l'antica strada mattonata, oggi fonte di nuovo interesse. Ma come si colloca questa strada nell'antica rete viaria assisana? Arnaldo Fortini ha offerto, nella sua Nova vita di S. Francesco, una descrizione di quelle che, probabilmente, erano le strade di parte del territorio di Assisi nel XIII secolo. Sulla pianura, tra i percorsi principali, emerge la cosiddetta Via antica che univa Perugia a Foligno passando di fronte alla Porziuncola, mentre da Assisi scendevano: la Strada della Porziuncola che partiva da porta S. Pietro fino alla Porziuncola e al fiume Topino; la Strada di Valecchie da Assisi a Valecchie e al fiume Topino (incrociando la Via antica); la Strada dell'Arce che da Assisi giungeva a Castelnuovo, al fiume Topino e a Collemancio; la Via Cupa di S. Petrignano che andava da Assisi a S. Petrignano e a Cannara; inoltre la Via della Spina che sfociava a S. Damiano, a La Spina e al torrente Ose; infine, più o meno perpendicolare a queste vie, era la Strada Francesca che andava da S. Salvatore alle Pareti (attuale casa Gualdi) alla Chiesa di S. Trinità (tra Rivotorto e Capodacqua). Tra queste vie, quindi, la Strada della Porziuncola non doveva rivestire un'importanza particolare, per lo meno fino alla morte di Francesco. Interessanti e numerose informazioni (sulle quali ci siamo basati per la nostra veloce disamina) sono fornite da Francesco Santucci (La "strada mattonata" da Assisi a S. Maria degli Angeli, Secc. XV-XVIII, in "Atti dell'Accademia Properziana, VI, n. 16, 1988") che, studiando fonti storico-archivistiche, ricostruisce la storia, piuttosto singolare, di questa via. Difatti, durante i secoli XIV e XV, molti furono i lasciti destinati alla pavimentazione e al restauro di quella strada che andava acquisendo una posizione particolare nell'ambito degli itinerari francescani, proprio perché percorsa da numerosi pellegrini - anche stranieri - che desideravano visitare la Porziuncola, luogo profondamente amato da Francesco, e la Basilica, costruita in suo onore. Era necessario perciò mattonarla per renderne agevole il transito. E non solo i devoti cittadini, ma anche i Priori della città, i francescani e il papa Pio II (e successivamente Innocenzo VIII) si interessarono delle sorti della sacra via, e si stabilì persino che il denaro ricavato il giorno del Perdono dagli affitti delle botteghe situate nella piazza di S. Maria degli Angeli fosse destinato, tra l'altro, alla sua manutenzione. Il profondo interesse per la strada è testimoniato altresì da un fatto - risalente al 1667 - di cui oggi si hanno sporadiche tracce: la cosiddetta "gran piantata degli olmi" che avrebbe offerto ombra ai viandanti, grazie all'iniziativa misericordiosa di una signora di Assisi residente a Roma: Benedetta Galeotti. Gli olmi furono quindi piantati sui due lati della strada con i denari offerti anche da altri benefattori e vennero emanati diversi bandi a difesa di questi alberi (e soprattutto delle frondi che in certi mesi dell'anno costituivano foraggio per i bovini), pena il pagamento di numerosi scudi. Ma nel 1743, durante il passaggio delle truppe spagnole, la maggior parte degli olmi furono tagliati per ottenere legname. E non solo: la comunità assisana si attribuì nientemeno il diritto di vendere quelli rimasti come se fossero stati di sua proprietà, suscitando la disapprovazione - espressa alla S. Congregazione del Buon Governo - di molti fedeli concittadini. Nel 1747, per ovviare all'accaduto, si piantarono due file di gelsi mori ma non senza polemiche da parte dei possessori dei terreni posti lungo la strada. Questi ultimi, infatti, temevano danni ai campi seminati a causa dei cani e maiali che, per mangiare i frutti caduti dai gelsi, avrebbero calpestato appunto i seminati. Per di più si riteneva che i gelsi non avrebbero offerto l'ombra degli olmi e, quindi, quella comodità per la quale fu realizzato, un secolo prima, il progetto. L'antica strada al centro era selciata di sassi e mattoni, piuttosto rialzata e destinata ai pedoni, mentre ai lati, ampi ma più bassi, poteva essere percorsa da calessi e animali; era altresì provvista, tra i pochissimi olmi residui e i gelsi mori, di condotti necessari per lo smaltimento dell'acqua piovana. Un tratto degli antichi laterizi che la costituivano, riaffiorò nel 1989 a S. Maria degli Angeli, durante i lavori per la sistemazione di alcune strade. Da tutto ciò che la storia ci racconta sulla strada mattonata, si apprende un profondo rispetto nei confronti di quella via che lega due straordinari luoghi francescani, e di coloro che l'avrebbero percorsa. Addirittura in una notificazione vescovile del 1743 si proibisce, ricorda Santucci, "il gioco della "forma" e della "ruzzola" per la strada che dalla Porta S. Francesco conduce alla Madonna degl'Angioli, affinché non resti disturbata la pietà de' Fedeli, che si portano a quei Santuari". Affinché non resti disturbata la pietà dei fedeli.

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