Claudio Carli è nato ad Assisi nel 1947 dove
ha vissuto e lavorato e dove è deceduto l'8 Marzo 2021.
Inizia a dipingere giovanissimo, quando in Assisi vivono, tra gli altri, artisti molto distanti tra loro, quali l'americano William Congdon e periodicamente, di ritorno da Roma, Riccardo
Francalancia. Ma forse l'esempio più concreto e consistente gli viene dal rumeno Eugenio
Dragutescu, i cui disegni a penna, orditi con tratti leggeri ma incisivi sanno catturare con efficacia atmosfere e psicologie. Più tardi un altro incontro importante è quello con Luigi Frappi del quale ammira la raffinata tecnica pittorica.
Nel 1965 dopo la maturità presso il Liceo Artistico di Firenze si iscrive alla facoltà di Architettura nella stessa città. Nel periodo che segue alterna lo studio all'insegnamento e lavora presso una nota agenzia pubblicitaria.
Nel 1980 incontra il giovane pittore olandese Max Krejin che sta affrontando analoghi problemi di esattezza della resa ottica e di rilevazione di atmosfere ambientali. I dipinti di
Carli, in stretta parentela con quelli di Krejin, sono immagini ravvicinate di interni in penombra, oppure facciate dagli intonaci scrostati raffigurati con un metodo di lavoro attento a rendere un fedele senso di verosimiglianza. Nel 1985 partecipa con Vittorio Ottaviani ed Ezio Genovesi alla Terza Mostra Internazionale di Architettura per la Biennale di Venezia. Il lavoro esposto alla Biennale e presente nel relativo catalogo riguarda la sistemazione architettonico-urbanistica di Ca' Venier dei Leoni (museo
Guggheneim).
Agli inizi degli anni '90 il suo interesse si rivolge di nuovo verso la natura aperta, mentre i referenti storici vanno trovati nei maestri di paesaggio dell'Ottocento, da Constable a
Corot, alla scuola di Barbizon.
Dal 1991 con l'esposizione-installazione "Paesaggi di una facciata" realizzata sulla facciata di un palazzetto di Assisi con quaranta tele raffiguranti paesaggi; la città in cui vive è divenuta una sorta di laboratorio nella quale ha sperimentato e realizzato eventi che ponessero la gente vis a vis con l'arte. Nel 1994 con "Ad
Caelum" espone una ventina di paesaggi di grandi dimensioni sul Monte Subasio per avere un riscontro diretto tra natura, rappresentazione e percezione. Una mostra dagli intenti simili viene proposta a Gravina in Puglia tra le chiese e le abitazioni scavate nel tufo della gravina.
Nel 1995 è invitato da Adriana Zarri a dipingere per la cappella della grande casa-cascina nei pressi di Ivrea un "giardino dell'Eden". Carli ha così l'occasione durante l'esecuzione del lavoro di conoscere ed apprezzare questa straordinaria "monaca", teologa e scrittrice, che vive apparentemente isolata dal mondo, ma che in realtà ha contatti giornalieri con esponenti di primo piano della vita politica e culturale del nostro paese.
A seguito del sisma del settembre 1997, quando la città di Assisi letteralmente spopolata appare a dir poco spettrale, concepisce una forma di lettura spontanea offerta al pubblico dal titolo "La Città delle Lettere". Così, pannelli con brani di vario genere letterario, in gran parte sotto forma epistolare, vengono affissi lungo le strade e le piazze di Assisi. E' un voler affermare che nei momenti di paura e smarrimento le arti e la letteratura non sono superflue, al contrario hanno il potere di riaffermare i valori in cui crediamo e per i quali è bello e necessario vivere. Ancora nel 1998, realizza un'operazione denominata
"Scrap delivery". Taglia in quarantacinque frammenti un'opera pittorica di grandi dimensioni e spedisce tutti i pezzi di questa grande mappa smembrata ad altrettanti soggetti (amici, gallerie, critici d'arte) in varie parti del mondo. Tra gli altri, Harald
Szeemann, risponde all'artista con una lettera piena di apprezzamento per l'operazione.
In questi due anni l'amicizia e la frequentazione di Bruna Esposito hanno fortemente accentuato l'interesse di Carli per l'arte concettuale e per l'uso di materiali "poveri" e comunque di uso "domestico" (vedi la crocifissione realizzata con dei filoni di pane presenta a Puchra Ecclesia nel 2001 e che ora si trova nella chiesa parrocchiale di Figline di Prato o le numerose foto-installazioni esposte nello Studio Watts di Sangemini sempre nel 2001)
L'ultimo evento in ordine di tempo è l'installazione "Natività" fortemente voluta dai frati del Sacro Convento in occasione del Natale 2001 e per la visita del Papa il 24 gennaio 2002.
Si tratta di un grande quadrato di filo spinato rosso aggrovigliato di 16 metri di lato, che poggia su una rete di metallo rossa a sua volta sospesa a 50 cm. da terra sul prato di fronte alla chiesa superiore della Basilica di San Francesco in Assisi.
Stava preparando una grande mostra-evento dal titolo
"...quel ridere degli angeli". Questa mostra prevedeva l'esposizione di un grande numero di foto nell'atto del ridere degli abitanti e dei frequentatori abituali di un quartiere di Assisi.
Cosi lo ricorda il
sindaco di Assisi Stefania Proietti: "È
stato troppo forte lo sgomento alla notizia della scomparsa di
Claudio Carli, troppo profondo il dolore tanto da impedire le
parole.
Claudio Carli è nell’anima di Assisi. Molto più di un artista,
un pittore e uno sguardo d’arte e bellezza sulla realtà. Claudio
Assisi l’ha amata e, così amata, la ha rappresentata, con
sensibilità profondissima, in ogni suo scorcio e
particolare, dentro le mura della città storica e nelle sue
frazioni, nei boschi e nello scorrere dei ruscelli, nel
Calendimaggio e nella quotidianità, dalla cima del Subasio alla
base delle colonne del Tempio di Minerva. E in quei paesaggi
consegnati agli Stazzi, dove i dipinti sfidavano la realtà in
colori e grandezza.
Claudio ha avuto la statura morale di un gigante, come artista e
come uomo. Un uomo libero e coraggioso, senza paure e di
spessore culturale che si toccava con mano nella tecnica
artistica ma anche negli occhi con cui guardava, e trasfigurava,
la realtà. Tanto riservato e umile, nonostante la sua
riconosciuta grandezza di artista, è stato Claudio, come il suo
studio con la finestra sulla valle del Tescio, come il suo
sguardo che si posava sui piccoli seppure le sue opere fossero
ricercate dai grandi. Gli assisani lo hanno amato, e lo amano,
tutti. Non si può non amare la bellezza, e Claudio componeva la
bellezza di Assisi con le sue mani, i suoi sentimenti e le sue
impressioni.
Oggi tristezza e sgomento, sconforto e senso di impotenza, ci
hanno impedito di proferire parole.
Ci lasci, Claudio, un vuoto buio al posto delle tue luci su
Assisi.
Avremmo voluto organizzare, fare, chiedere e realizzare di più
con te. Abbiamo aspettato, pensando che ci fosse tempo, e invece
il maledetto Covid ci ha tolto tanto, troppo e, da oggi, ci ha
tolto tutto il tempo che avremmo voluto dedicarti, e spendere
con te, per Assisi. Per la tua Assisi, giustamente, volevi di
più.
Di fronte alla tua grandezza umana e creativa si scompare come
in un soffio, sono piccole le nostre azioni, di grande c’è solo
l’ammirazione per te, che dipingevi, con stesso lieve amore,
ogni paesaggio di frazione come i tratti più forti della città
romana e medievale.
Da oggi vivi nella luce delle tue opere, su quei muri che, con i
tuoi quadri, diventano finestre aperte su Assisi, in ogni tratto
di pennello e di china che ha tratteggiato luoghi e volti, in
ogni idea d’arte e di armonia in cui hai trasferito parte del
tuo essere.
Caro Claudio, il maledetto Covid ci ha rubato tempo che avremmo
potuto rendere prezioso per Assisi insieme a te: scusaci se non
abbiamo ascoltato la tua sensibilità come avremmo voluto,
scusaci se non ti abbiamo chiesto più consiglio, scusaci se,
presi dalle urgenze della quotidianità alterata dalla pandemia,
non ci siamo più spesso affacciati a guardare verso l’infinito
come tu sapevi fare. Ora che sei al di là del sole, ogni cuore
di Assisi saprà renderti l’omaggio che meriti.
Caro Claudio, sei nell’anima di Assisi, ed oggi ci hai uniti
tutti intorno a te. Il dolore per il distacco da te è
incommensurabile ma la luce della tua arte sarà sempre più forte
e, impressa nelle tue opere, è immortale: per Assisi, tu vivi,
per sempre."
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